La lotta delle donne, una lotta per tutti

di Priscilla De Lima
Che ci fanno delle donne vestite di nero e di rosso al mercato di Bellinzona, un sabato mattina di fine novembre? Alcune fanno delle mosse di autodifesa, altre le imitano. C’è chi parla con i passanti, chi distribuisce volantini, chi ascolta. Chi urla e suda, mentre fa lavorare i muscoli che possono proteggere lei e la sua famiglia. Chi sorride e sussurra, mentre con un gesto sta dando un’informazione che può salvare delle vite con la stessa probabilità.
Tutte però, nessuna esclusa e ognuna a modo suo, stanno facendo quello che accomuna tutte le donne del mondo: lottano. Lottano come fanno ogni giorno, per affrontare una società ancora troppo poco paritaria. Lottano in modo palese, per mostrare che sono in grado di farlo, che lo fanno da sempre, e che sempre continueranno a farlo. Lottano affinché lo vedano le loro figlie e i loro figli, perché lo vedano i compagni, i mariti, gli amici, i familiari, i vicini, i datori di lavoro, i colleghi, gli sconosciuti. Lottano anche in modo discreto, tessendo relazioni e alleanze in tutti gli ambiti della società e in tutti i modi che conoscono, con forza e determinazione, ma anche con dolcezza e persuasione.
Lottano perché sono stufe e sono preoccupate. Sono troppe nel mondo e anche in Ticino le donne che sono quotidianamente sottoposte a violenze inaccettabili: fisica, sessuale, psicologica, economica. Le forme di violenza sono tante e tali che molte non si rendono nemmeno conto di esserne colpite proprio nei luoghi in cui dovrebbero sentirsi più sicure: in famiglia, nelle relazioni di coppia, nel mondo del lavoro, a scuola.
Quelle donne al mercato di Bellinzona lottano per i diritti delle donne, che sono innanzitutto diritti umani. Rivendicarli non è un’esigenza di poche rivoluzionarie: sono impegni nazionali e internazionali che la società intera deve fare in modo di onorare. La violenza sulle donne genera sofferenze enormi per chi ne è vittima, per chi la vive da testimone e per l’intera società: vi sono costi effettivi per prendersi a carico le vittime e gli autori di reato, vi sono le ferite più evidenti da sanare e quelle più subdole, che possono impedire una vita serena per anni e anni, da lenire. Ecco perché queste donne, così come milioni di altre donne nel mondo, lottano. Lo fanno perché se smettono di lottare è peggio per tutti, non solo per chi è vittima di violenza, per chi ne è autore, per chi ne è testimone: la violenza e le disparità fanno male a tutta la società.
Per questo motivo COMUNDO si impegna ogni anno in una piccola campagna di sensibilizzazione contro la violenza sulle donne: siamo convinti che bisogna attivarsi tutti insieme, uomini e donne uniti, per lottare contro gli stereotipi che ci avvelenano. Bisogna decostruire tutte quelle forme di pensiero, di organizzazione, di discriminazione che ci ingabbiano in ruoli predefini ai quali sembriamo essere stati condannati.
Infatti se per finire guardiamo bene la locandina di questa manifestazione, prevista sabato 24 novembre dalle 11 all’inizio del mercato di Bellinzona, vediamo una piccola Cappuccetto Rosso ben poco tradizionale! Indossa maschera e mantello, è felice e vittoriosa. E il lupo? Il lupo, che rappresenta la violenza, i soprusi e le ingiustizie, è legato e imbavagliato. Nell’immagine non si vede ma, lontano, nel bosco, ci sono altre piccole Cappuccetto Rosso che possono finalmente prendere la strada che vogliono, senza paura di essere mangiate per aver avuto il coraggio di osare una via diversa da quella che qualcuno ha scelto per loro.