Attiviamoci contro lo spreco alimentare

66 patate su 100 vengono buttate via
Lo spreco alimentare è una realtà molto preoccupante e non serve riflettere molto per prendere coscienza di quanto sia necessario, al più presto, cambiare decisamente rotta per arrestare il fenomeno ed eliminarlo. Ogni giorno vengono buttate via innumerevoli tonnellate di derrate alimentari, di cibo che può essere perfettamente consumato. Un fenomeno che tocca più stadi del ciclo che dalla produzione porta gli alimenti sulle nostre tavole.
Un chiaro esempio dell’ampiezza e della gravità della situazione è stato dato dal WWF: di fatto consumiamo solo 34 patate su 100 raccolte. 66 patate vengono quindi scartate e finiscono nell’immondizia benché perfettamente commestibili. Ritenute brutte, troppo piccole, non corrispondenti al calibro ricercato per la vendita. Le ragioni sono tanto innumerevoli quanto futili perché si tratta di cibo. In termini di peso, buttiamo via in media ben 117 chili di alimenti all’anno e per persona. Un’eresia. Uno stato delle cose che va combattuto e cambiato.
Il WWF ha calcolato che il 45% delle derrate alimentari che finiscono nella spazzatura seppur commestibili, riguarda lo stadio dei consumatori finali, ovvero lo stadio che fin da quando facciamo la spesa ci riguarda direttamente. Il 30% concerne la trasformazione dei prodotti e anche in questo caso la proporzione è esagerata. Il resto è suddiviso tra l’agricoltura (13%) il commercio al dettaglio (5%), quello all’ingrosso (2%) e la ristorazione (5%).
Come osserviamo dai dati, siamo tra i più importanti responsabili del fenomeno e possiamo agire direttamente per ridurlo, frenarlo e arrestarlo. Serve poi una più importante coscienza collettiva, delle misure che incidano sul fenomeno, dei provvedimenti che generino un radicale cambiamento.
Agire senza sforzi e con risultati concreti
Per agire direttamente e far sì che ciò cambi possiamo seguire i consigli del WWF, di buon senso e che non necessitano nessuno sforzo. Dare un’occhiata al frigo e alla dispensa prima di acquistare gli alimenti e comprare solo ciò che ci serve e che non saremo costretti a buttare via. Osservare con più attenzione gli alimenti che abbiamo in casa: benché la data indicata oltrepassi il limite di vendita, possiamo evitare di buttare degli alimenti perfettamente commestibili. Comprare alimenti freschi e di stagione, non trasformati ed elaborati così da incidere sullo spreco dovuto alla trasformazione.
In questo senso, la grande avanzata delle applicazioni che possiamo scaricare sui nostri smartphone e altri possono esserci d’aiuto. Il WWF offre ad esempio una “app guida” che può essere senza dubbio utile per aiutarci ad agire in modo efficace.
C’è anche l’applicazione “Too good to go”, troppo buono per essere buttato via, la quale funziona in più paesi, Svizzera compresa. Quest’applicazione permette ai commercianti e ai consumatori di mettersi in contatto, riguardo a derrate alimentari ancora perfettamente commestibili, ma che sono giungono al limite di vendita oltre il quale gli alimenti dovranno essere buttati via. Un’applicazione intelligente, positiva per tutti, che può servire a condizione che commercianti e consumatori partecipino. Iscriversi serve anche a potenziare questo funzionamento e chissà che l’applicazione non possa essere disponibile anche in italiano.
A Ginevra Khalid Wahmane et Albert Okuka Tambulu, due trentenni, hanno sviluppato Sav’Eat – un’applicazione simile a “Too good to go” – che permette ai commercianti iscritti di segnalare dei prodotti giunti a scadenza, perfettamente commestibili, ai consumatori che usano l’applicazione. E poi ci sono iniziative come quella dell’associazione ticinese “RiGnam”, attiva contro lo spreco alimentare e che organizza eventi fondati sul recupero degli alimenti e che sensibilizza contro lo spreco alimentari.
Due Sì nell’urna il 23 settembre
Il nostro raggio d’azione per attivarci contro lo spreco alimentare è quindi ampio e giunge fino all’urna. Il prossimo 23 settembre votiamo due iniziative, “Per alimenti equi” e “Per la sovranità alimentare” che permetteranno di perseguire più attivamente gli obiettivi contro lo spreco alimentare, oltre a far sì che gli alimenti vengano prodotti nel rispetto della natura, rispettando le condizioni di lavoro e il benessere degli animali e di attivare un miglior contatto tra i produttori dell’agricoltura contadina e noi, consumatori e consumatrici. Anche in questo caso, agire è semplice: basterà votare due SÌ a queste iniziative affinché questo stato di cose, che non può essere accettato, cambi.