Quale nuova pianificazione ospedaliera?

di Ivo Durisch e Anna Biscossa Candidati PS al Gran Consiglio
Nei giorni scorsi il Tribunale federale ha accettato due ricorsi sulla pianificazione ospedaliera del Canton Ticino da parte delle cliniche di Moncucco e di Santa Chiara.
Di fronte a questa sentenza il DSS si dice ponto a «rivalutare il complesso iter procedurale e le relative competenze nonché di iniziare al più presto il nuovo processo pianificatorio, comunque previsto, secondo le indicazioni del Tribunale».
È allora necessario ricordare al DSS che non potrà proprio «iniziare al più presto il nuovo processo pianificatorio, comunque previsto, secondo le indicazioni del Tribunale».
E no, caro DSS, non basta certo tener conto solo delle «indicazioni del tribunale» perché c’è ben altro di cui tener conto in una nuova pianificazione ospedaliera.
Meglio dunque rinfrescare la memoria al DSS con una breve cronistoria di quanto il popolo (e non solo il Tribunale federale) ha manifestato, deciso e indicato con forza fin qui in Ticino.
E cominciamo con quanto avvenuto nel 2016, quando il popolo ha accettato il referendum che i socialisti, con altre forze di sinistra, hanno lanciato contro la revisione della LEOC che voleva esternalizzare al privato alcuni servizi, un no contro i tentativi di privatizzazione degli ospedali pubblici, ma anche un no che era di fatto, anche se si è tentato di tutto e di più per non leggerlo in questo modo, una forte critica alla pianificazione ospedaliera, una pianificazione lacunosa (come dimostra anche la decisione del Tribunale federale) e che proponeva di chiudere gli ospedali di valle e aprire ancor più le porte alla sanità privata.
Nei mesi successivi sono state lanciate tre iniziativa popolari, proprio in seguito a questo no.
Ricordiamole allora: la prima per rafforzare la medicina di prossimità dal titolo «Per cure mediche e ospedaliere di prossimità», inoltrata nel 2017 che ha raccolto 14.000 firme, un’altra per definire quali fossero da considerare gli ospedali di interesse pubblico con il titolo «Per la qualità e la sicurezza delle cure ospedaliere», firmata da oltre 13.000 cittadini e cittadine e pure inoltrata nel 2017 e una per sostenere l’accesso e il finanziamento delle cure dentarie «Per il rimborso delle cure dentarie», depositata addirittura nel mese di maggio del 2015, quindi tre anni e mezzo abbondanti fa, con oltre 8.000 firme.
Ma non basta.
Il DSS dovrà infatti tener ben conto, in un progetto di nuova Pianificazione ospedaliera, di un’altra sentenza del Tribunale federale, del 10 luglio 2012, che aveva respinto un altro ricorso (della clinica Santa Chiara e del dottor D. Soldati) che intendeva demolire la LCAMal e gli strumenti pianificatori e di gestione in essa proposti. Strumenti che, alla luce di quanto ricordato, ora vanno dunque ripresi e applicati con maggiore serietà, a cominciare dal ripristino nella pianificazione LCAMal del volume massimo delle prestazioni, senza il quale non c’è né controllo dell’offerta, né contenimento dei costi.
Aspetto più che mai importante quest’ultimo, in un momento in cui sembra ormai certo (salvo cambiamenti oggi imprevedibili) un aumento progressivo delle franchigie, aumento che graverà ancora una volta sui più deboli e cioè gli ammalati cronici e le classi meno abbienti e su cui, fin da subito, il PSS ha annunciato l’intenzione di lanciare il referendum.
E allora, caro DSS, nel nuovo processo di Pianificazione ospedaliera non dovrà mancare la dovuta considerazione sia per il no popolare alla revisione della Legge ospedaliera, sia per le tre iniziative popolari sopra ricordate, sia per tutte le considerazioni sopra ricordate.
Non sarà certo facile far quadrare il tutto, ne siamo consapevoli, ma l’esercizio andrà comunque fatto!
Non ci resta che augurarci che il metodo, l’ascolto e il rigore utilizzato siano maggiori di quanto non sia stato fatto nell’ultima pianificazione ospedaliera!
In tal senso non faremo mancare al DSS la nostra cura, la nostra attenta sorveglianza e la nostra ampia disponibilità (unitamente agli attori presenti sul territorio e a quelle associazioni che hanno lanciato proposte concrete per migliorare la sanità ticinese, quali l’Associazione per gli ospedali di Valle e l’Associazione piattaforma per la salute) a collaborare in tal senso!